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La nostra Storia

Accenni di storia e cultura del Comune di Santa Cristina e Bissone [referenze E. Bas. e C. Ant. e M. Poz. © Lombardia Storica 2002-2005]

Il Comune di Santa Cristina dal sec. XIV al 1757 Il toponimo compare come “Sancta Cristina” nel diploma dell’imperatore Federico del 1164 (Bonetta Ms A III 26) nell’elenco dei luoghi su cui i pavesi hanno diritto alle “regalie”. Successivamente viene confermata la dipendenza di questa località da Pavia con il diploma di Enrico VI del 1191 (ASCPv pergamene comunali n. 40) con la denominazione “Sancta Christina”. ”Sancta Cristina” è presente anche nell’estimo del 1250 (Soriga 1913). Successivamente è Il toponimo appare nel comparto delle strade degli “Statuta Stratarum” del 1452 di nuovo come “Sancta Cristina” appartenente alla squadra del vicariato di Chignolo (Statuta stratarum). Dalle risposte ai Quarantacinque quesiti della giunta del censimento ricevute il 18 gennaio 1751 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3021) questa comunità della Campagna Sottana risulta infeudata al Collegio Germanico Ungarico di Roma al quale paga il dazio dell’imbottato. Il giusdicente feudale salariato è il procuratore del Collegio residente in Pavia, ma le sue funzioni sono svolte da un luogotenente. Alla comunità è unito un comunetto della stessa terra (non viene specificato quale). La comunità è retta da due deputati e i “comunisti” si riuniscono con i maggiori estimati in occasione del riparto durante il consiglio generale. Le scritture sono tenute da un cancelliere salariato, non ci sono procuratori in Milano e la popolazione è di 240 anime.

Il Comune di Santa Cristina dal 1757 al 1797 Con la compartimentazione del Principato di Pavia del 1757 Santa Cristina viene assegnato alla delegazione IX della campagna sottana pavese (editto 10 giugno 1757). Secondo il Comparto della Lombardia Austriaca del 26 settembre 1786 (editto 26 settembre 1786 c) il comune risulta appartenere alla delegazione IX della Campagna Sottana. Per mezzo della compartimentazione del 1797 (Proclama del 22 fruttidoro anno V) il comune viene assegnato al distretto di Belgioioso unito a Spessa, Spessetta Balbiani e Spessetta Speciani.

Il Comune di Santa Cristina dal 1798 al 1815 Secondo la ripartizione del Dipartimento del Ticino del 20 marzo 1798 (legge 30 ventoso anno VI ) il comune mantiene l’appartenenza al distretto di Belgioioso ma perde l’aggregazione alle frazioni. Spessetta Balbiani e Spessetta Speciani in questa dipartimentazione divengono comune. Nel 1801 (legge 23 fiorile anno IX) il comune viene aggregato al secondo distretto del dipartimento dell’Olona avente per capoluogo Pavia. Nella divisione del territorio del 1805 (decreto 8 giugno 1805 a) è indicato come comune di III classe del dipartimento d’Olona, distretto II Pavia, cantone VII Corte Olona con popolazione di 1481 abitanti.

Il Comune di Santa Cristina dal 1816 al 1859 Con la compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816) il comune di Santa Cristina viene assegnato al quarto distretto – Corteolona – della provincia di Pavia. Con decreto del 15 ottobre 1841 viene unito a Bissone. Nel successivo compartimento territoriale (notificazione 1 luglio 1844) mantiene l’aggregazione, da esso si evince inoltre che il comune era dotato di convocato. Nel compartimento territoriale della Lombardia (notificazione 23 giugno 1853) il comune di Santa Cristina risulta compreso nella provincia di Pavia, IV distretto, Corteolona aggregato a Bissone. La sua popolazione era formata da 3473 abitanti. Nella compartimentazione del 1859 appartiene al circondario I di Pavia, mandamento VI di Corteolona e ha 2715 abitanti.

Il Comune di Santa Cristina e Bissone dal 1859 al 1971 In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Santa Cristina e Bissone con 2.715 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VI di Corteolona, circondario I di Pavia, provincia di Pavia. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 2.877 abitanti (Censimento 1861). Sino al 1863 il comune mantenne la denominazione di Santa Cristina e successivamente a tale data il comune assunse la denominazione di Santa Cristina e Bissone (R.D. 15 marzo 1863, n. 1211). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867). Popolazione residente nel comune: abitanti 3.010 (Censimento 1871); abitanti 3.117 (Censimento 1881); abitanti 3.197 (Censimento 1901); abitanti 3.044 (Censimento 1911); abitanti 2.742 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Pavia della provincia di Pavia. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 2.623 (Censimento 1931); abitanti 2.427 (Censimento 1936). In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Santa Cristina e Bissone veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 2.572 (Censimento 1951); abitanti 2.428 (Censimento 1961); abitanti 2.221 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Santa Cristina e Bissone aveva una superficie di ettari 2.220.

Monastero di Santa Cristina dal 1513 al 1654 Monastero vallombrosano maschile. Il monastero vallombrosano di Santa Cristina viene istituito nel 1513 nei locali del soppresso monastero benedettino (Mascheroni 1983, pp. 59-67). Nel secolo XVI i monaci amministrano la cura d’anime; nel 1589 il monastero conta sette monaci; con bolla di Gregorio XIII del 16 giugno 1581 la commenda istituita nel secolo XV viene unita al collegio Germanico-Ungarico di Roma; il 27 marzo 1654 il monastero viene definitivamente soppresso (Mascheroni 1983, pp. 83-97). Monastero benedettino maschile. Il monastero di Santa Cristina presso Corteolona viene fondato, sotto la denominazione di monastero di Sant’Anastasio, da re Liutprando nella prima metà dell’VIII secolo; solo dal secolo IX il monastero assume la denominazione di Santa Cristina (Historia Langobardorum, VI 58; Forzatti Golia 2002, p. 294). Il monastero riceve nei secoli centrali del medioevo (secoli IX-XII) numerose donazioni e diplomi di conferma imperiali da Ludovico il Pio a Federico I di Svevia; il monastero possiede beni e diritti signorili nelle diocesi di Pavia, Milano, Lodi, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Tortona, Varese e Como (Mascheroni 1983, pp. 18-36). Alla fine del secolo XI papa Urbano II (1088-1098) pone il monastero sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Milano (Kehr 1913, pp. 244-245). Nel secolo XV il monastero è dato in commenda; nel 1513 il monastero di Santa Cristina viene soppresso e l’edificio concesso ai monaci vallombrosani (Mascheroni 1983, pp. 59-67).

Parrocchia di Santa Cristina vergine e martire dal sec. XVI al 1989 Parrocchia della diocesi di Pavia; fino al 1925 appartenne alla diocesi di Milano. Dal XVI al XVIII secolo la parrocchia di Santa Cristina, a cui era preposto il vicario foraneo di Chignolo Po, è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e delegati arcivescovili di Milano nella pieve di Chignolo Po, inserita nella regione VI della diocesi. Nel 1589 la cura parrocchiale contava 900 anime (DCA). Nel 1752, durante la visita del cardinale Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Chignolo Po, il numero dei parrocchiani era di 1230 unità, tra cui 1000 anime da comunione; il clero risultava composto dal parroco, due cappellani e due chierici; entro i confini della parrocchia era segnalato l’oratorio di San Gusberto; risultava esistente la confraternita della Santissima Trinità (Visita Pozzobonelli, Pieve di Chignolo Po). Secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Santa Cristina vergine e martire possedeva fondi per 616 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1250 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nel 1895, anno della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, il clero era composto dal parroco e un coadiutore; il reddito netto del benefico parrocchiale assommava a lire 2344; il reddito della coadiutoria assommava a lire 1330; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario; esistevano la confraternita del Santissimo Sacramento e la confraternita del Santissimo Rosario (Visita Ferrari, I, Pieve di Chignolo Po). Tra XIX e XX secolo, la parrocchia di Santa Cristina è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Chignolo Po, nella regione VI, fino 1925, quando fu attribuita alla diocesi di Pavia con decreto del vescovo Giuseppe Ballerini (decreto 6 settembre 1925) (Vita diocesana 1925); nella diocesi pavese è sempre stata inserita nel vicariato di Corteolona; in base al decreto 25 ottobre 1989 del vescovo Giovanni Volta, con cui fu rivista la struttura territoriale della diocesi di Pavia, è stata attribuita al vicariato II (decreto 25 ottobre 1989) (Vita diocesana 1989). BISSONE di Santa Cristina [referenze E. Bas.© Lombardia Storica 2002-2005]

Comune di Bissone dal sec. XIV al 1757 Dalle risposte ai Quarantacinque quesiti della giunta del censimento ricevute nel 1751 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3022) Bissone, località della campagna sottana risulta infeudata al conte Giulio Visconti Borromeo Arese che non riceve censi. Il podestà feudale risiede in Milano ma è presente sul luogo un suo luogotenente. Bissone si presenta come un comune a sé retto da un console e da due deputati coadiuvati da un cancelliere salariato e da un agente del maggiore estimato i quali presiedono il consiglio per il riparto delle imposte. Non ci sono procuratori in Milano e la popolazione è di 788 anime.

Comune di Bissone dal 1757 al 1797 Con la compartimentazione del Principato di Pavia del 1757 Bissone viene posto nella delegazione X della campagna sottana Pavese. Secondo il Comparto della Lombardia Austriaca del 26 settembre 1786 (BUP, Misc. Belcredi T 6 n. 11) il comune risulta appartenere alla delegazione X della Campagna Sottana.

Comune di Bissone dal 1798 al 1815 Nel 1801, legge 25 fiorile anno IX, il comune viene aggregato al secondo distretto del dipartimento dell’Olona avente per capolugo Pavia. Nella divisione del territorio del 1805 (decreto 8 giugno 1805 a) è indicato come comune di III classe del dipartimento d’Olona, distretto II Pavia, cantone VII Corteolona con popolazione di 1005 abitanti.

Comune di Bissone dal 1816 al 1859 Con la compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816) il comune di Bissone viene assegnato al quarto distretto – Corteolona – della provincia di Pavia. Con decreto del 15 ottobre 1841 Bissone viene aggregato a Santa Cristina.

Parrocchia di San Bartolomeo apostolo dal 1622 al 1989 Parrocchia della diocesi di Pavia; fino al 1925 appartenne alla diocesi di Milano. La parrocchia di San Bartolomeo fu eretta nell’anno 1622 (Toscani 1984). Dal XVII al XVIII secolo la parrocchia di San Bartolomeo apostolo di Bissone, a cui era preposto il vicario foraneo di Chignolo Po, è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e delegati arcivescovili di Milano nella pieve di Chignolo Po, inserita nella regione VI della diocesi. Nel 1752, durante la visita del cardinale Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Chignolo Po, il clero risultava composto dal parroco e tre cappellani; il numero delle anime era di 1000 unità, tra cui 700 le anime da comunione; il patronato spettava alla famiglia Litta; entro i confini della parrocchia di Bissone esistevano l’oratorio della Natività della Beata Maria Vergine e l’oratorio dei Santi Cosma e Damiano; risultava eretta la confraternita della Santissima Trinità (Visita Pozzobonelli, Pieve di Chignolo Po). Secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di San Bartolomeo apostolo possedeva fondi per 51 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 961 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nel 1895, anno della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, il numero dei parrocchiani era di 948 unità; il reddito netto del benefico parrocchiale assommava a lire 968.25; il patronato era privato. Entro i confini della parrocchia di Bissone era segnalato l’oratorio della Natività di Maria Vergine Santissima; risultavano esistenti la confraternita del Santissimo Sacramento, la congregazione del Santissimo Immacolato Cuore di Maria Vergine; la congregazione del Terz’Ordine di San Francesco d’Assisi; l’associazione delle Famiglie Consacrate alla Sacra Famiglia di Nazareth (Visita Ferrari, I, Pieve di Chignolo Po) . Tra XIX e XX secolo, la parrocchia di Bissone è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Chignolo Po, nella regione VI, fino 1925, quando fu attribuita alla diocesi di Pavia con decreto del vescovo Giuseppe Ballerini (decreto 6 settembre 1925) (Vita diocesana 1925); nella diocesi pavese è sempre stata inserita nel vicariato di Corteolona; in base al decreto 25 ottobre 1989 del vescovo Giovanni Volta, con cui fu rivista la struttura territoriale della diocesi di Pavia, è stata attribuita al vicariato II (decreto 25 ottobre 1989) (Vita diocesana 1989).

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